L’Argento è uno dei metalli più conosciuti fin dai tempi antichi, se è vero che già nel II secolo a.C. si iniziano a vedere le prime lavorazioni adottate principalmente come ornamento. 500 anni più tardi sarà, invece, il tempo delle prime monete, che rendono per la prima volta l’argento un bene di scambio e di investimento.
Esattamente quello che succede oggi, tempo in cui chi decide di pensare all’argento come bene sul quale investire, fondamentalmente ha due possibili scelte: l’argento cartaceo e l’argento fisico.
Investire nell’argento cartaceo significa comprare azioni di qualche società legata alla lavorazione e l’estrazione dell’argento. In genere si tratta di società minerarie le cui fortune sono sì legate a quelle del principale prodotto sul quale lavorano, ma che, proprio come tutte le aziende, sono legate all’andamento dell’economia globale e alla speculazione finanziaria. Investire in questo senso, quindi, non offre certezze dal punto di vista del rendimento e dell’aumento del capitale investito.
Un discorso più meno analogo lo si può fare sugli ETF, acronimo usato per indicare gli Exchange Traded Fund, ovvero dei contratti a termine che vengono negoziati in borsa come se fossero delle azioni ma che hanno unicamente l’obiettivo di replicare il loro indice di riferimento con una gestione assolutamente passiva. Anche questo tipo di investimento non permette di essere proprietari di alcuna quota di argento “vero” e i rischi che si corrono sono quelli visti in precedenza, legati all’andamento finanziario e al rischio di fallimento delle società che emettono i certificati. Anche perché tante di queste realtà, non possiedono per una quantità di argento adeguata nel caso in cui si dovessero trovare a soddisfare eventuali richieste di restituire in forma fisica il metallo a cui fanno riferimento gli ETF.
Ecco perché, tra le forme di investimento che utilizzano l’argento, quella del metallo “fisico” è sicuramente più consigliabile. Possedere, infatti, dell’argento, mette al sicuro proprio dai rischi legati al sistema bancario e finanziario nella sua accezione più tecnica. Per fare alcuni esempi immediatamente comprensibili, se anche una banca dovesse fallire, l’argento fisico, posseduto a casa o in un altro luogo sicuro, non subirà alcuna conseguenza, come avverrebbe, invece, in caso di titoli e certificati legati alla banca stessa. Anche il Default di un Paese non costituirebbe rischio, se non quello ricompreso all’interno del sistema globale dell’economia mondiale.
Per possedere dell’argento fisico ci sono sostanzialmente due modi, tralasciando tutti quegli oggetti formati da questo metallo che, in genere, non possono essere considerati una forma di investimento tout court: i lingotti (esattamente come avviene per l’oro) e le monete. È subito bene ribadire che l’argento fisico dovrebbe essere proprio posseduto personalmente e non in condivisione con altri investitori, come succede affidandosi ad alcuni siti internet che propongono di investire su quote di argento che fanno parte di un insieme più grosso. Anche se si hanno garanzie che il metallo sia conservato al di fuori del sistema bancario, e quindi sia al riparo da alcuni di quei possibili inconvenienti visti in precedenza, questa modalità non consentirebbe comunque di recuperare in tempi brevi il proprio argento nel caso se ne presentasse la necessità.
Ecco, quindi, che il possesso fisico dell’argento è l’unica che può garantirvi una riserva economica che può funzionare da sistema di protezione del patrimonio, anche perché, seppure non a livello dell’oro, anche la richiesta di argento è sempre alta sul mercato. Inflazione e deflazione, inoltre, hanno un peso relativo nei confronti dell’andamento del prezzo dell’argento, che si può considerare sostanzialmente un bene rifugio.
Sempre che, come abbiamo visto, si abbia fisicamente l’argento con sé, in modo che quando si vuole, si può decidere di monetizzare il proprio capitale anche semplicemente rivolgendosi a un compro argento.
Prima di concludere, vale la pena chiarire che l’argento non è di un unico tipo. Fondamentalmente le leghe più conosciute sono due, La prima è l’argento sterling, noto anche come argento 925, dove il numero sta a indicare la percentuale di argento presente all’interno del composto. L’argento in purezza, infatti, è impossibile da lavorare e rendere stabile, per questo ha bisogno di legarsi sempre a un altro metallo. Nel caso dell’argento sterling, il metallo a cui si lega l’argento è, generalmente, il rame.
L’altro tipo di argento più diffuso e conosciuto è quello 800. Anche in questo caso il numero indica la percentuale di argento che, quindi, nei prodotti marchiati da questo titolo, si trova mischiato al 20% di rame.