Metallo nobile che si distingue immediatamente per il particolare colore bianco lucente, l’argento è un materiale duttile che da sempre ha attirato l’attenzione e l’interesse dell’uomo. Per secoli è stato, insieme all’oro, il protagonista della monetazione bimetallica e ancora al giorno d’oggi viene considerato un bene rifugio. Infatti, dopo il metallo aureo, l’argento risulta essere di grande rilevanza per gli investitori che lo vedono come un mezzo per mettere al sicuro i propri risparmi e diversificare il proprio portafoglio. Questo metallo viene considerato un bene rifugio perché non perde il proprio valore quando si verificano le svalutazioni monetarie o un crollo in Borsa oppure quando l’economia entra in un periodo di recessione. Al contrario, in queste circostanze la sua quotazione aumenta in quanto gli investitori lo preferiscono, assieme agli altri metalli pregiati, al posto delle azioni societarie quotate in Borsa, delle obbligazioni, del mattone e delle altre tradizionali forme di investimento.
In natura l’argento si trova sotto forma di filamenti, spesso associati ad altri minerali (ad esempio rame, zinco, piombo oppure lo stesso oro), lamine pure o frammisto all’interno di formazioni rocciose. Ecco perché diventa necessario estrarlo e sottoporlo a processi chimici e metallurgici abbastanza complessi per poterlo raffinare e renderlo utilizzabile. In Europa i maggiori giacimenti si trovano in Ungheria, Spagna e Svezia, tuttavia le più grandi concentrazioni si trovano in Canada, Messico, Australia, Indonesia, Cile e Perù. Fin dall’antichità il principale impiego dell’argento è stato servire per la produzione di monete e gioielli. Le monete, già nel 500 a.C., erano impiegate per acquistare seta, giada e avorio, mentre i potenti e i sacerdoti di ogni tempo si scambiavano oggetti in argento in segno di amicizia, simbolo di pace oppure dono propiziatorio. Infatti, come tutti i metalli preziosi, l’argento veniva considerato un simbolo di prestigio e il suo sfoggio permetteva di indicare il proprio ceto e il proprio stato sociale. Inoltre, soprattutto a partire dal Settecento, ingenti patrimoni furono investiti in vasellame oppure pezzi decorativi in argento perché potevano facilmente essere riconvertiti in materia prima. Bastava fondere il metallo per ottenere nuovamente monete preziose oppure lingotti con i quali stringere alleanze politiche, finanziare eserciti o imprese commerciali.
Proprio per questo motivo risulta essere di notevole interesse il commercio dell’argento usato, sia come attività commerciale che come mezzo di guadagno da parte dei privati. Infatti è possibile rivendere a esercizi commerciali specializzati il proprio argento vecchio sotto forma di pezzi di argenteria oppure gioielli. Queste transazioni commerciali risultano essere vantaggiose per i privati in quanto non è necessario che gli oggetti preziosi alienati siano in buone condizioni. Possono essere graffiati, ammaccati, danneggiati o addirittura rotti. Ciò non risulta essere importante. I compro oro acquistano gli oggetti in argento non di per sè ma per il valore del metallo di cui sono fatti. Inoltre tutti gli esemplari in questione sono destinati alla fusione per realizzare nuovi lingotti d’argento, quindi il loro stato al momento della cessione è ininfluente.
Quando si vende il proprio argento usato bisogna tenere a mente alcuni fattori per poter procedere nella maniera più opportuna. Innanzitutto i gioielli e gli oggetti di oreficeria non sono mai in metallo puro in quanti è troppo morbido per essere lavorato e non rovinarsi con l’uso. Di conseguenza viene reso più rigido associandolo al rame e il rapporto tra queste due quantità è indicato in millesimi. Le leghe più diffuse presentano i titoli 800, 925 e 950, dove le parti di rame sono rispettivamente 200, 75 e 50. L’argento 925, chiamato anche argento sterling, è quello più diffuso, comunque la quotazione di riferimento riguarda solo il metallo puro. Si tratta di quello dove il contenuto di materiale pregiato è pari ad almeno il 99,9% del peso totale e in genere si trova esclusivamente sotto forma di lingotti. La valutazione dell’argento viene determinata giornalmente presso la Borsa di Londra dai quattro maggiori operatori del settore: quando la domanda e l’offerta si incontrano si ottiene il silver fixing. Il massimo della quotazione è stato raggiunto nell’aprile 2011, toccando i 49,79 dollari all’oncia. Tuttavia nel 2015 il valore di questo metallo è sceso di oltre l’11% per poi risalire in maniera significativa nel corso del 2016. Infatti durante i primi sei mesi dell’anno il valore del metallo grigio è aumentato di circa il 35% per stabilizzarsi successivamente. Questa tendenza all’apprezzamento dell’argento è stata causata non soltanto dalle fluttuazioni in Borsa, ma soprattutto ha beneficiato della crescita delle quotazioni dell’oro. Al tempo stesso bisogna tenere a mente che l’andamento delle quotazioni dipende anche dalle aspettative degli investitori stessi. Di conseguenza la notizia che la FED normalizzerà in maniera decisamente lenta la sua politica monetaria rende molto vantaggioso l’investimento in beni rifugio. In secondo luogo il deficit sul mercato fisico spinge i prezzi al rialzo. Ciò è provocato dal fatto che l’argento viene fortemente richiesto nei settori dell’elettronica e dell’elettrotecnica, dell’informatica e dell’industria di precisione.
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