Qual’è La Differenza Tra Le Monete Da Investimento?

monete da investimentoChe investire in oro sia una scelta ottimale, anche in periodi di instabilità economica, lo sanno tutti.
Ma quando si parla apertamente della possibilità di impiegare il proprio patrimonio o parte di esso accedendo al mercato dell’oro fisico, in molti storcono il naso.
La mente corre immediatamente alla forma tipica dell’oro fisico, ovvero ai lingotti.
Essi sono certamente uno strumento efficiente per coloro che hanno a disposizione ampie somme da investire, ma le spese di gestione connesse all’acquisto, al possesso e allo stoccaggio, sono tali da scoraggiare i piccoli e medi investitori.

Esiste tuttavia un’alternativa, perfetta per coloro che vogliono diversificare il proprio investimento e per chi intende impiegare cifre moderate: le monete da investimento.
Esse consentono di detenere una certa quantità di oro fisico, determinabile in base alle proprie esigenze, eliminando i costi di custodia e mantenendo le caratteristiche di portabilità e facilità di smobilizzo, tipiche dell’oro fisico.
Si tratta, a ben vedere, di uno dei pochi affari che negli ultimi anni si è rivelato davvero interessante, garantendo agli acquirenti un basso rischio ed un alto rendimento, legato al buon andamento della quotazione dell’oro sui mercati.
Le monete da investimento infatti, diversamente da quelle più prettamente considerate da collezione, non devono il loro valore alla rarità o all’epoca del conio. Non sempre. Certo esistono esemplari che affiancano questi due aspetti e non è detto che una moneta da investimento moderna non possa assumere nel corso del tempo anche un valore numismatico.
In linea di massima tuttavia, le monete da investimento devono il loro valore alla percentuale di oro puro in esse contenuta, tenuto conto dello spread applicato dai singoli intermediari rivenditori.

Grazie alla diffusione dei banco metalli, chiunque può accedere a questo mercato e diventare proprietario di monete da investimento. L’acquisto è semplice e immediato ed è possibile anche attraverso il web, grazie a siti aziendali molto be congegnati che guidano l’utente alla scelta degli esemplari più adatti, nel pieno rispetto delle garanzie e delle norme di legge. I Compro oro sono alcuni degli intermediari italiani più conosciuti e presso questi esercenti è possibile investire il proprio denaro in un clic.

La scelta, tra le monete da investimento è molto varia, posto che oggi la maggior parte degli Stati Federali provvede alla produzione di esemplari specifici, in via continuativa o in occasione di particolari ricorrenze. Tutti i conii di questo tipo sono portatori di una serie di garanzie ufficiali: gli Stati determinano infatti con precisione la forma, il peso e la caratura di ogni singolo esemplare.
Non esiste una moneta che sia di per sé preferibile alle altre, ma è comunque possibile tracciare delle linee guida individuando le caratteristiche cui fare attenzione e i conii che ogni buon investitore ha comunque nel suo catalogo personale.

E’ sempre bene verificare la percentuale di oro contenuta. Da un lato questo incide chiaramente sul valore della moneta, ma di contro potrebbe rappresentare un ostacolo alla conservazione. La presenza di oro puro in percentuali troppo elevate infatti, mina la resistenza all’ossidazione e al passare del tempo.
Il problema si potrebbe presentare per gli esemplari più antichi, mentre è meno evidente nelle produzioni moderne.

Tra le monete d’oro da non perdere assolutamente, in quanto comunque sempre ricercate sul mercato e quindi in grado di garantire non solo un aumento del valore dell’investimento, ma anche una rapida e conveniente dismissione dello stesso all’occorrenza, non si può non citare innanzitutto il kruggerrand, la prima moneta d’oro ad essere coniata ufficialmente da uno stato a scopo d’investimento. Nacque in Sud Africa e dalla prima produzione, nel 1967 non ha mai smesso di attirare l’attenzione dei mercati.
Allo stesso modo è ancora rilevante il ruolo delle sterline inglesi, tra le quali spicca la Elisabetta II, appartenente al cosiddetto nuovo conio (ovvero ad una produzione successiva al 1957), che sebbene non abbia valore numismatico, assicura la monetizzazione, avendo ancora oggi un “valore universale” di mercato.
Restando all’interno dei confini nazionali, il mercato interno è ancora affascinato dai marenghi, sia di conio svizzero che italiano. Essi rappresentano la scelta ideale per chi vuole puntare su esemplari di taglio basso, con un valore che si aggira comunque attorno ai 200 Euro al pezzo.