I metalli preziosi sono elementi che sono molto apprezzati e hanno un costo rilevante per le loro caratteristiche intrinseche e per il fatto di essere particolarmente rari. L’oro, l’argento e il platino possono avere tante destinazioni d’uso proprio per la loro versatilità: ad esempio vengono utilizzati in ambito industriale per la realizzazione dei circuiti elettronici interni di vari dispositivi, nel settore odontotecnico, in quello dell’alta tecnologia e nella ricerca. Tuttavia il settore nel quale i metalli preziosi vengono impiegati maggiormente è quello dell’oreficeria e della gioielleria: tra i monili più diffusi e apprezzati si ricordano le collane, gli anelli, i braccialetti e gli orecchini, anche se si trovano comunemente anche spille, pendenti e fibbie. In genere acquistare gioielli in metallo preziosi si può trasformare in un investimento proprio perché il platino, l’oro e l’argento non perdono mai il loro valore: di conseguenza è possibile rivendere i pezzi in caso di problemi economici rivolgendosi a uno dei tanti compro oro roma. Tuttavia è fondamentale conoscere le caratteristiche dei metalli e il loro grado di purezza per poter effettuare un acquisto intelligente e rivendere i monili in maniera conveniente.
Innanzitutto tenere a mente che tutti questi metalli preziosi sono estremamente duttili e facilmente lavorabili; al tempo stesso questa caratteristica può trasformarsi in uno svantaggio perché i gioielli realizzati con il metallo puro si danneggiano in poco tempo. Di conseguenza è fondamentale aggiungere materiali leganti e creare una lega prima di passare alla fase di lavorazione. In base alla quantità di leganti diminuisce la purezza del metallo e, quindi, anche il suo valore rispetto alla soluzione pura. Ad esempio l’argento di solito si trova con un titolo (valore che indica il grado di purezza) 925 o 800: ciò significa che, su 1.000 parti, rispettivamente 925 e 800 sono d’argento, mentre le restanti sono in rame oppure in altri materiali leganti. Per legge i gioielli d’argento e i pezzi d’argenteria devono avere un punzone inciso sulla superficie che indica il titolo e consente di identificare l’elemento.
La realizzazione delle leghe d’oro consente di ottenere numerosi vantaggi dal punto di vista dell’estetica, dato che la diversa composizione permette di avere differenti colorazioni di grande impatto e molto apprezzate nel settore della gioielleria. La lega più usata è quella 18 carati perché consente di avere un’ottima lavorabilità e pezzi duraturi, che non si danneggiano nel corso del tempo. In questo caso 725 parti su 1.000 sono d’oro, mentre le restanti 250 sono formate da una composizione variabile di argento e rame oppure nichel e palladio, cobalto, ferro oppure rame. Tra le leghe più apprezzate si ricordano l’oro giallo, l’oro bianco, l’oro rosa, anche se possono essere presenti colorazioni nei toni del blu e del verde. Ad esempio l’oro giallo è la lega comunemente indicata come oro perché il suo colore è quasi uguale a quello del metallo puro. In questo caso i materiali leganti sono una percentuale variabile d’argento nella misura del 12-7% e di rame per il restante 13-18%. Invece l’oro bianco è composto per il 75% da oro e per il 25% di palladio (o argento) e nichel. Inoltre, per un migliore risultato dal punto di vista estetico, l’oggetto viene bagnato nel rodio. Infine l’oro rosa ottiene la sua colorazione particolare per la notevole quantità di rame presente: maggiore è il contenuto e più intenso è la tinta rosata della lega. Infatti i materiali leganti sono rappresentati per il 6,5-5% d’argento e il 18,5-20% da rame.
Bisogna sempre tenere a mente che la differente composizione della lega non influisce sul valore dell’oggetto in quanto si considera soltanto la percentuale di metallo giallo presente e non quali siano i materiali leganti. L’unica eccezione è rappresentata dall’aggiunta di metalli come il platino. Infatti questo è il più costoso dei metalli preziosi e può essere sostituito all’argento proprio per il suo colore bianco argentato. Estremamente duttile ma resistente, viene usato in gioielleria quasi sempre con titolo 950. Viene molto apprezzato perché consente di valorizzare le pietre incastonate senza il rischio che si stacchino. Per legge i pezzi vanno punzonati indicando casa produttrice e titolo.